Buseccata in compagnia sul lago di Como
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Ecco un articolo che ho trovato davvero ben fatto e che voglio qui ripubblicare per esporlo al maggior numero possibile di appassionati del quinto quarto. Intitolato “Il tuffo del lampredotto“, è stato scritto da Antonio Sofi su Webgol – Monografie Blog. La foto è stata scattata da Franco Bellacci.
Cibo viscerale. Letteralmente. Al contrario della trippa, non se ne segnala la presenza tra le 775 ricette dell’Artusi 2000, quello con i consigli del dietologo. Sarà di certo colpa sua. Maledetto lui e la sua genìa malvagia. Il lampredotto è una trippa fiorentina, morbida come spugna sanguigna, odorosa come erba ruminata, frastagliata come scandinavo fiordo, che taluni prediligono spellata dallo stesso trippaio, che esegue con piccoli gesti precisi, nervosi, sottilmente sadici. Talvolta con un piccolo sovrapprezzo. Sbucciata, la chiedono. Come fosse una mela. Il lampredotto, per gli amanti del dettaglio da mattatoio, è l’abomaso dei bovini macellati, la parte più bassa dello stomaco della mucca, quella che, grulla, frolla e rifrulla. Comprende una parte magra, chiamata gala, e una parte grassa, chiamata spannocchia, nomi inventati come le fànfole e saporiti uguale. Bollito in abbondante acqua con pomodori, cipolle, sedani, prezzemolo e odori, il lampredotto viene servito nel panino semelle o in vaschetta, e preceduto da una educata escalation di condimenti proposti. Che va dall’ovvio sale (si, c’è anche chi declina, maledetti sbruffoni) al saggio pepe, dalla salsa verde (prezzemolo, capperi e acciughe, tra gli undici ingredienti della ricetta storica) all’olio piccante, all’ultima rituale domanda del trippaio fiorentino. In qualche modo spaventevole, per chi non ne è aduso: bagnato? La risposta giusta è si. E la parte superiore del panino si tuffa nel pentolone aromatico da cui il lampredotto straborda e fuoriesce bello e gocciolante come Esther Williams dalla piscina, e come sotto i riflettori di una luce di altri tempi. Il lampredotto non è cibo per turisti: è cibo di strada. Il cibo di strada è segno edibile di una cultura intera, della sua storica gastronomia, è emblema della cucina popolare, e ha senso solo se racconta della strada in cui viene consumato, se porta con se echi di ciò che fu, e delle bocche che lo mangiarono in passato. Un lampredotto a Firenze ti ricorda il sommo poeta che di certo lo mangiò, un hot-dog in Texas forse solo Bush padre. Una bella differenza.
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Come ricorda Leo Codacci nella prefazione al volume originale, in “Troppa Trippa” Indro Neri ha proposto “uno studio, una ricerca accurata, un atto di amore che esaltano la stessa storia tenuta in vita a Firenze dai ventisette trippai” ed il volume, che era di quasi duecento pagine ma viene ora ripubblicato in agili Quaderni, “è anche far poesia di quella vera… particolarmente per la trippa”. In questa deliziosa ricerca, che aveva impegnato l’autore per tre lunghi anni, era contenuta la storia dei trippai dall’antichità ad oggi, le ricette toscane sulla trippa, quelle regionali da tutta Italia e quelle caratteristiche di ogni nazione oltre ad indicazioni culinarie ripescate da antichi manoscritti o grazie alla tradizione popolare; e ancora curiosità sulla trippa, notizie sulle confraternite italiane e straniere per la promozione della trippa nel mondo, la trippa nella poesia, nella letteratura e nei fumetti, modi di dire e proverbi sulla trippa e molto altro ancora. Tutti questi contenuti – rivisti ed ampliati da nuove ricerche – vengono ora raccolti periodicamente nella collana dei Quaderni di TroppaTrippa.com, pubblicazioni tematiche per la gioia di chi ama la trippa anche se è troppa.
Fiorentino, editore, scrittore e giornalista, dal 1997 Indro Neri si occupa di trippa, collabora regolarmente a riviste, siti Internet e blog, ed ha al suo attivo numerosi libri. Appassionato di viaggi e di storia della gastronomia italiana e straniera, è stato ospite di Rai Uno e Rete 4 in veste di esperto di trippa nel mondo ed è tuttora regolarmente invitato a presenziare fiere, concorsi ed eventi gastronomici sul quinto quarto. Uno dei fondatori della Accademia della Trippa nel 2008, nel 2019 è stato insignito del titolo di Commendatore d’Onore della Confraternita d’la Tripa di Moncalieri e dal 2023 fa parte della North American Tripe Association. Indro è sempre disponibile per collaborazioni, interventi e presentazioni sulle mille curiosità legate al tema della trippa.
Per salvaguardare e promuovere la tradizione della trippa, parte del ricavato della vendita dei Quaderni di TroppaTrippa.com viene utilizzato per finanziare trippai nel resto del mondo impegnandosi attivamente in progetti che – in una maniera o nell’altra – hanno a che vedere con il quinto quarto.
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