13 Agosto 2025

Condividi l'articolo

Il nuovo quaderno

Dalla Persia la ricetta madre di tutte le zuppe di trippa balcaniche?

Nella mia ricerca sulla diffusione geografica delle ricette di trippa attraverso esplorazioni, colonizzazioni, migrazioni e tratte di schiavi, ho scoperto che la shkembe chorba bulgara e la ciorba de burta rumena sono strettamente imparentate con una ricetta – la işkembe çorbası – giunta in Europa dall’Impero ottomano. Si tratta di trippa bollita servita in un brodo di latte con aglio e aceto in versioni praticamente simili in tutta la regione balcanica.

Ma l’işkembe çorbası turca ha forse origini molto più lontane, e potrebbe addirittura risalire al sikbāj persiano. Il sikbāj era uno stufato apprezzato dai sovrani Sasanidi tra il quinto ed il sesto secolo. Veniva preparato con carne, verdure e spezie cotte in una salsa agrodolce. Il professor Dan Jurafsky della Stanford University, nel suo libro “The Language of Food“, tracciandone l’evoluzione linguistica e culinaria, ha dimostrato come questa ricetta proprio per l’uso dell’aceto che ne favoriva la conservazione, si sia diffusa lungo le rotte del commercio marittimo e – con l’utilizzo più pratico del pesce al posto della carne (sia per la maggiore disponibilità durante le traversate che per la radicata pratica di “mangiar magro” per motivi religiosi) – abbia dato origine a piatti come escabeche in Spagna, aspic in Francia, ceviche nelle Americhe, tempura in Giappone e fish & chips in Gran Bretagna.

Nella raccolta “Kitāb al-Ṭabīkh” – il più antico ricettario arabo risalente alla Baghdad del decimo secolo – si legge che il sikbāj utilizzava tra i suoi ingredienti anche le frattaglie:

Ecco Bid’a che avanza col suo piatto,
giardino di primavera tra le mani.
Si fa vicino, vestito di lumi e chiarori,
avvolto in veli di luce come in feste solenni.

Scoppia di colori e profumi,
pare appena uscito dalla bottega d’un profumiere,
soffia vapori fragranti,
portato da una fanciulla che incanta lo sguardo
e acceca col fulgore dei suoi occhi.

Le ciglia, lame di fuoco,
osano ferire i cuori degli uomini.
Il piatto ha in sé l’asprezza dell’aceto,
l’incanto delle spezie odorose.

E lo zafferano danza sul bordo,
tingendo palmi e unghie di oro vivo.
Ci sono carni piene e tenere, interiora, pollame,
e melanzane generose,
spogliate con lama gentile e sicura.

Alla vista di tanta grazia
anche il pio digiuno trema,
pronto a cedere e spezzarsi.
Sul desco, il piatto è un giardino in festa,
un frutteto carico di fiori.

Da qui dunque ad ipotizzare che il sikbāj persiano abbia preso due strade parallele ma differenti il passo è breve. Da un lato abbiamo la diffusione via mare della versione di pesce suggerita da Jurafsky; dall’altra mi sembra alquanto probabile che – rimpiazzata la carne con la trippa – il sikbāj si sia potuto evolvere nella işkembe çorbası turca, anche questa fortemente caratterizzata dall’uso dell’aceto come del resto tutte le zuppe di trippa balcaniche.

© Aerostato / TroppaTrippa.com

ARGOMENTI DELL'ARTICOLO

Iscriviti gratuitamente per non perdere i prossimi articoli

Loading

Ultimi articoli di trippa

C’è anche la zuppa di trippa nella mappa degli orrori gastronomici europei realizzata nell’ambito di “Atlas of Prejudice” (l’Atlante del pregiudizio). Il progetto grafico –...

Il 10 agosto 1910 nasceva a Siena Silvio Gigli, celebre giornalista e conduttore radiofonico. Cronista storico del Palio di Siena e figura di spicco della...

L’Aperitivo Centrale è un’iniziativa proposta ogni giorno dalle 17:30 alle 20 presso il Mercato Centrale di Firenze. Al prezzo di 10 euro, è possibile gustare...

Mercoledì 2 luglio, alla presenza dell’assessore alla cultura Francesco Milanesi e del presidente della Pro Loco Ettore Cattani, il direttore del quotidiano “Il Cittadino” Lorenzo...

Mai avrei pensato di scrivere qualcosa sul Gabibbo e la trippa, ma nella seconda strofa di “Gabibbo Family”, una delle dieci canzoni presenti sull’album musicale...

Dalla Persia la ricetta madre di tutte le zuppe di trippa balcaniche?

Nella mia ricerca sulla diffusione geografica delle ricette di trippa attraverso esplorazioni, colonizzazioni, migrazioni e tratte di schiavi, ho scoperto che la shkembe chorba bulgara e la ciorba de burta rumena sono strettamente imparentate con una ricetta - la işkembe çorbası - giunta in Europa dall'Impero ottomano. Si tratta di trippa bollita servita in un brodo di latte con aglio e aceto in versioni praticamente simili in tutta la regione balcanica.

Ma l'işkembe çorbası turca ha forse origini molto più lontane, e potrebbe addirittura risalire al sikbāj persiano. Il sikbāj era uno stufato apprezzato dai sovrani Sasanidi tra il quinto ed il sesto secolo. Veniva preparato con carne, verdure e spezie cotte in una salsa agrodolce. Il professor Dan Jurafsky della Stanford University, nel suo libro "The Language of Food", tracciandone l’evoluzione linguistica e culinaria, ha dimostrato come questa ricetta proprio per l'uso dell'aceto che ne favoriva la conservazione, si sia diffusa lungo le rotte del commercio marittimo e - con l'utilizzo più pratico del pesce al posto della carne (sia per la maggiore disponibilità durante le traversate che per la radicata pratica di "mangiar magro" per motivi religiosi) - abbia dato origine a piatti come escabeche in Spagna, aspic in Francia, ceviche nelle Americhe, tempura in Giappone e fish & chips in Gran Bretagna.

Nella raccolta "Kitāb al-Ṭabīkh" - il più antico ricettario arabo risalente alla Baghdad del decimo secolo - si legge che il sikbāj utilizzava tra i suoi ingredienti anche le frattaglie:

Ecco Bid’a che avanza col suo piatto,
giardino di primavera tra le mani.
Si fa vicino, vestito di lumi e chiarori,
avvolto in veli di luce come in feste solenni.

Scoppia di colori e profumi,
pare appena uscito dalla bottega d’un profumiere,
soffia vapori fragranti,
portato da una fanciulla che incanta lo sguardo
e acceca col fulgore dei suoi occhi.

Le ciglia, lame di fuoco,
osano ferire i cuori degli uomini.
Il piatto ha in sé l’asprezza dell’aceto,
l’incanto delle spezie odorose.

E lo zafferano danza sul bordo,
tingendo palmi e unghie di oro vivo.
Ci sono carni piene e tenere, interiora, pollame,
e melanzane generose,
spogliate con lama gentile e sicura.

Alla vista di tanta grazia
anche il pio digiuno trema,
pronto a cedere e spezzarsi.
Sul desco, il piatto è un giardino in festa,
un frutteto carico di fiori.

Da qui dunque ad ipotizzare che il sikbāj persiano abbia preso due strade parallele ma differenti il passo è breve. Da un lato abbiamo la diffusione via mare della versione di pesce suggerita da Jurafsky; dall'altra mi sembra alquanto probabile che - rimpiazzata la carne con la trippa - il sikbāj si sia potuto evolvere nella işkembe çorbası turca, anche questa fortemente caratterizzata dall'uso dell'aceto come del resto tutte le zuppe di trippa balcaniche.

© Aerostato / TroppaTrippa.com

ARGOMENTI DELL'ARTICOLO

Non perdere i prossimi articoli

Loading

13 Agosto 2025

Condividi l'articolo!

Ultimi articoli di trippa

C’è anche la zuppa di trippa nella mappa degli orrori gastronomici europei realizzata nell’ambito di “Atlas of Prejudice” (l’Atlante del pregiudizio). Il progetto grafico –...

Il 10 agosto 1910 nasceva a Siena Silvio Gigli, celebre giornalista e conduttore radiofonico. Cronista storico del Palio di Siena e figura di spicco della...

L’Aperitivo Centrale è un’iniziativa proposta ogni giorno dalle 17:30 alle 20 presso il Mercato Centrale di Firenze. Al prezzo di 10 euro, è possibile gustare...

Mercoledì 2 luglio, alla presenza dell’assessore alla cultura Francesco Milanesi e del presidente della Pro Loco Ettore Cattani, il direttore del quotidiano “Il Cittadino” Lorenzo...

Mai avrei pensato di scrivere qualcosa sul Gabibbo e la trippa, ma nella seconda strofa di “Gabibbo Family”, una delle dieci canzoni presenti sull’album musicale...