Montefiascone, in provincia di Viterbo, è rinomatissimo per il suo vino Est! Est!! Est!!! La storia è nota: nel 1111 il vescovo Johannes Defuk – in viaggio verso Roma per incoronare il nuovo imperatore – mandava in avanscoperta il suo coppiere perché annotasse la parola “Est” – “c’è (vino buono)” – sulle porte delle locande dove si beveva bene. A Montefiascone rimase talmente entusiasta da scrivere addirittura “Est! Est!! Est!!!” ed il vescovo vi si fermò tre giorni. Non contento, al termine della missione il vescovo vi fece ritorno rimanendovi fino alla morte, che secondo la leggenda fu causata proprio da un eccesso di bevute.
Il parallelo con questa leggenda viene dunque spontaneo: Montefiascone ha ospitato questo fine settimana la Sagra della trippa, e sabato sera non ho voluto mancare all’appuntamento, andando in avanscoperta per voi. Stiamo parlando di una festa che viene organizzata ormai da quindici anni e che riscuote un meritatissimo successo, con centinaia di coperti ogni sera nei campetti dell’oratorio locale, un servizio ai tavoli giovane ed impeccabile, e volontari e volontarie del Comitato festeggiamenti Madonna delle Grazie sempre sorridenti dietro ai banconi.
La trippa in questa zona dell’Alta Tuscia è già di stampo “romano”, ovvero al sugo di pomodoro con l’aggiunta di menta ed abbondante pecorino stagionato. Un abbinamento tradizionale che la rende al tempo stesso gustosa ma con un tocco di freschezza in più a cui i non laziali non sono abituati, me per primo. La menta lascia sempre piacevolmente interdetti al primo assaggio.
Le cuoche Lorella, Paola, Ornella e Maria Assunta fin dal primo pomeriggio hanno amorevolmente accudito la trippa in cottura, circa ottanta chili per ciascuna delle tre serata della sagra, che è risultata legata bene, saporita al punto giusto e della consistenza ottimale.
L’ho gustata ovviamente con un bicchiere di Est! Est!! Est!!! fresco, un Poggio dei Gelsi 2024. Poi ho tirato fuori la penna e sulla tovaglietta (ma già lo immaginate) non ho potuto fare a meno di scrivere “Trippa! Trippa!! Trippa!!!”.