Mi sono sempre chiesto come ci sta il lampredotto con lo Spritz, e ieri sera dunque al Bangerang ho voluto provare a rispondere a questo dubbio che per me è esistenziale.
Per cercare di avvicinare gli estremi – giustificandomi che il lampredotto si sposa bene con i carciofi – lo Spritz me lo sono fatto fare col Cynar, che le carinissime ragazze del locale pronunciano “sainar” (evidentemente troppo giovani per aver visto la pubblicità di Ernesto Calindri contro il logorio della vita moderna) e – per restare in tema apericena – invece che al piatto, il lampredotto l’ho scelto nella “stiacciaha”.
Come si sta dunque? La risposta è unanime (anche perché l’ho mangiato da solo): dai, non c’è male. Vuoi la schiacciata, che da sola varrebbe la pena di mangiare al Bangerang, vuoi il servizio attento, il decor studiato e l’atmosfera tra bistrot e vinaino, vuoi i frittini croccanti ed asciutti che ho accompagnato all’apericena (mozzarella in carrozza, falafel, peperoncini jalapeño ripieni di formaggio), vuoi soprattutto la tranquillità di una piazzetta paesana lontana anni-luce dal logorio dei centro di Firenze e, diciamocelo, anche dal caldo afoso di questi giorni, la serata è risultata piacevolissima.
Il lampredotto di per sé? Boh. Non mi ha convinto, ma forse è perché il gusto dello Spritz al Cynar, ho scoperto, prende il sopravvento su tutti gli altri sapori. Bisognerà ritornare e riprovare.