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Niente trippa ai lebbrosi

 

Secondo "Il tesoro della sanità" del medico romano Castor Durante da Gualdo, pubblicato nel 1588, la trippa lessata aveva notevoli proprietà curative... a patto di non avere la lebbra:

La trippa è buona per le persone, che travagliano, & faticano assai il corpo, perché è più dura della carne del suo animale, è fredda, & secca nel secondo grado, giova a quei che sentono grand'ardore nello stomaco, & nel ventre, perché genera humori frigidi, nuoce a quei, che patiscono le varici, la lepra, & altri mali malenconici, la migliore è quella dell'animale grasso, morto nella sua bella età, ben pascolato, netta, & grassa, & sia cotta molto bene, & per lungo tempo in brodo grasso, & lessa, con menta, et spetie assai, et non è buona se non in tempi freddi per i giovani, et per quei che son di calda complessione, et ch'hanno lo stomaco gagliardo, et che molto s'affaticano, il primo luogo tiene quella de i capretti, il secondo di vitella, il terzo della vacca, et il medesimo si può dir de gl'intestini, che si è detto della trippa.

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